“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.”
Cast: Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Daryl Hannah, Brion James, Joanna Cassidy, Edward James Olmos.
Durata: 124 minuti. Anno: 1982.
Trama. È ispirato al romanzo del 1968 “Il cacciatore di androidi”di Philip K. Dick. Nella distopica Los Angeles del 2019, il blade runner Rick Deckard (Harrison Ford) viene incaricato di trovare ed eliminare quattro replicanti (robot dalle sembianze umane creati per essere sfruttati) che sono scappati sulla Terra per cercare il proprio creatore. Questi vogliono allungare il tempo della loro vita (avendo loro una “scadenza”).
Recensione. Dal regista pluri-acclamato di “Alien” (e la lunga saga che ne è nata), di “Thelma e Louise” e de “Il gladiatore“, “Blade Runner” è un cult, a quasi 40 anni di distanza, tra i più amati dal pubblico. Scott continua con l’originalità già proposta in “Alien”, mostrando sul grande schermo un mondo in cui i robot provano emozioni, tanto da terrorizzare sia il pubblico in sala, che l’umanità ancora esistente nel film.
Interessante è l’effetto noir del film, che lo rende molto particolare: le scene cupe, la presenza di una femme fatale e la narrazione fuori campo del protagonista rendono bene quest’effetto.
Il film affronta tematiche molto più profonde di un semplice film di fantascienza: l’inquinamento è tale che durante ogni scena all’aperto piove e non c’è quasi mai il Sole; la popolazione è cresciuta tanto che molti sono i pianeti colonizzati; ma ancora più importante: il tema della diversità. I replicanti, dotati di una forza superiore agli uomini, sono stati creati per essere sfruttati, ma quando si ribellano vengono eliminati: chiara allusione alla discriminazione, al razzismo, e alla schiavitù.
Blade Runner dunque tratta anche di clonazione, con implicazioni etiche e religiose. Possiamo affermare infine che il tema centrale sia che cosa significhi “umanità”.
Le scelte di luce e dei colori da parte del direttore della fotografia mostrano una Los Angeles cupa e angosciante, vista la totale presenza di scene di notte. Recitato magistralmente, dagli effetti visivi
spettacolari e dalle scene destinate a rimanere per sempre impresse nella cultura cinematografica, Blade Runner è un capolavoro senza tempo. Poi è arrivato il 2017… e il sequel “Blade Runner 2049” di Denis Villeneuve. Uno di quei sequel che ti fanno dire “che meraviglia”. La fotografia che toglie il fiato e gli effetti visivi lo hanno incorniciato, tanto quanto il primo, nell’immaginario collettivo (vedete la foto qui riportata, sicuramente l’avete già vista).
Blade Runner (1982): – su Rotten Tomatoes detiene una percentuale del 91% per pareri positivi. – Su Metacritic ha un punteggio di 88 su 100. – Su IMDB detiene una media di 8,1 su 10
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