Buco dell’ozono di dimensioni record minaccia l’Antartide

Un fenomeno annuale è quello del buco nell’ozono che nel 2020 ha raggiunto dimensioni record, tanto da attirare l’attenzione di migliaia di esperti.

L’ evento si presenta a interventi regolari: solitamente, infatti, il buco nell’ozono si apre quasi ogni anno nel periodo compreso tra il mese di Agosto e quello di Dicembre. Negli ultimi giorni di Agosto il buco era cresciuto spaventosamente, arrivando a misurare circa 24,8 milioni di chilometri quadrati. A provocarlo era stato un vortice polare molto forte che, stabile e freddo, ha contribuito ad aumentarne l’estensione fino a superare di gran lunga la superficie del 2019. Verso la fine di Dicembre il buco si è chiuso, dopo una stagione eccezionale a causa delle condizioni meteorologiche naturali e della continua presenza di sostanze che riducono lo strato di ozono nell’atmosfera.

 Nonostante la situazione sia attualmente risolta, il fenomeno ha destato particolare preoccupazione e l’Omm (organizzazione metereologica mondiale) ha deciso di intervenire con le prime prevenzioni: Oksana Tarasova, capo della divisione di ricerca sull’ambiente atmosferico dell’organizzazione, afferma: “Abbiamo bisogno di un’azione internazionale continua – aggiunge – per applicare il protocollo di Montreal”. Il protocollo, firmato nel 1987, vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono, i cosiddetti clorofluorocarburi (CFC); senza di esso la situazione potrebbe peggiorare, anche se saranno necessari decenni affinché i gas dannosi per l’atmosfera scompaiano definitivamente.  L’organizzazione meteorologica mondiale ricorda che “è stato il buco più duraturo e uno dei più grandi e profondi dall’inizio del monitoraggio 40 anni fa”. 

Simona Falco 4E

Samuele Rogo 5R

Luis Villalba 5F