TOXIC MASCULINITY: SI PUÒ ANCORA PARLARE DI “MASCHIO ALFA” NEL 2021?
Spesso si pensa che l’uomo, in quanto tale, non debba mostrare le proprie fragilità, ma molti non la pensano più così e cercano di far sentire la propria voce.
Per toxic masculinity s’intende il concetto di mascolinità tossica, che rinchiude l’insieme degli stereotipi che definiscono l’uomo come essere dominante nella società, spesso accompagnati da atteggiamenti misogini e omofobi che possono scaturire in violenze, come abusi sessuali o femminicidi.
Nella società odierna si sta cercando di abbattere questa mentalità patriarcale, presente sin dall’antichità, partendo dai numerosi movimenti femministi, che promuovono la parità dei sessi, fino ad esempi legati al concetto di toxic masculinity nel senso stretto, quindi allo stereotipo del “maschio alfa”. È intrinseca infatti in molti la convinzione che un uomo, per essere considerato tale, debba rispettare dei canoni ben precisi.

Molti personaggi famosi hanno dato il loro contributo nel porre fine a questo fenomeno, ne è un esempio Harry Styles, protagonista della prima copertina di Vogue ritraente un uomo, solo e in abiti femminili, che ha provocato una reazione positiva soprattutto negli uomini che si sentono esclusi dalla società, perché ritenuti “diversi”, ma al tempo stesso, ci sono state diverse critiche da parte di coloro che hanno ritenuto il suo abbigliamento “non virile”. Altri lo hanno criticato sottolineando come non sia il primo uomo a combattere la mascolinità tossica, poiché altri cantanti come Freddie Mercury o David Bowie in passato sono stati degli esempi, andando contro una società più dura di quella moderna.
Anche su scala più “ristretta” ci sono state diverse proteste e manifestazioni al riguardo, come quella avvenuta nel Collège Nouvelles Frontières nel Quebec, in Canada. Ben 100 ragazzi, per idea di Zachary Paulin, sono andati a scuola indossando delle gonne, sia come segno di solidarietà nei confronti delle ragazze, soggette a regole molto severe riguardo all’abbigliamento, sia per abbattere la credenza secondo la quale gli uomini non possano indossare abiti ritenuti femminili. Con questa protesta, Zachary voleva esprimere chiaramente un messaggio contro tutte le forme di discriminazione:
“Siamo nel 2020, dovremmo avere una mentalità aperta: e tutti lottare per porre fine alla discriminazione, all’omofobia e al sessismo. Questo è ciò che rappresentano le nostre gonne.”
Castagnacci Alessia 4R,
Franco Eleonora 3K,
Pommella Annalisa 3R