Genderless: la moda oltre il genere
Il nuovo trend che supera le convenzioni sociali

Per secoli il genere umano è stato diviso idealmente in maschi e femmine, ma negli ultimi anni la storia sta cambiando e molti sono ancora confusi da questi cambiamenti. Per affrontare questo argomento bisogna spiegare le varie divisioni presenti in questo ambito: sesso biologico e identità di genere.
Il primo viene assegnato alla nascita ed è associato alla combinazione di caratteristiche cromosomiche e organi riproduttivi; il secondo riguarda invece il o i generi in cui ci si identifica realmente.
Come sopracitato, è da poco che sempre più persone stanno riscoprendo loro stesse, e la moda non ha potuto che seguire questa rivoluzione. Tante case produttrici si sono prodigate a creare una moda genderless per un fattore economico, altre invece perché volevano davvero creare un qualcosa che facesse sentire ognuno a proprio agio.
C’è molta confusione quando si parla di moda genderless e moda unisex: il concetto di moda unisex si sviluppò negli anni 60/70 con l’emancipazione femminile che vedeva nella condivisione degli abiti un modo per unire i due sessi; la moda genderless invece nasce come un mix tra abbigliamento maschile e femminile, volto a creare un qualcosa di nuovo, adatto a tutti.
Ad oggi l’obiettivo principale dei grandi stilisti è quello di creare uno stile che si adatti a tutti e per esprimere questo desiderio si utilizza una tipologia di abbigliamento definita gender fluid, che identifica una fluidità di genere che supera le convenzioni sociali. Questo non significa che la donna debba mettere abiti da uomo o viceversa, ma rappresenta il fatto di concepire l’esistenza di una categoria di indumenti che possano essere indossati da chiunque. In questo momento di rivoluzione, sulle passerelle della Milano Fashion Week grazie ad Ennio Capasa vediamo molti capi all’insegna del genderless.
Il designer, dopo una lunga assenza dalle passerelle, fa il suo ritorno con una linea all’avanguardia.
Eleonora Franco 4°K