La demolizione della Nakagin Capsule Tower: la fine di un’icona architettonica

La Nakagin Capsule Tower viene demolita per usura, la popolazione crea un progetto per serbarne il ricordo.

Il 12 aprile scorso è iniziata la demolizione di uno dei simboli dell’architettura giapponese: la Nakagin Capsule Tower di Tokyo. 

Completato nel 1972 attraverso il progetto dell’architetto Kisho Kurokawa, l’edificio si sviluppa su 13 piani attraverso una composizione di moduli “capsula” di 10 metri quadrati in grado di ospitare piccoli appartamenti ed uffici. I moduli, in totale 145, sono imbullonati su due strutture portanti centrali che terminano con guglie metalliche marroni. 

L’architetto è stato uno degli esponenti del movimento architettonico metabolista degli anni Settanta. L’avanguardia giapponese poneva il fondamento delle sue opere nella consapevolezza che l’urbanizzazione e la crescita delle città fossero parte di un processo inarrestabile che doveva, però, essere affiancato da grandi strutture, in grado di mutare a seconda delle necessità per permettere una crescita organica.

Il progetto originario di Kisho Kurokawa prevedeva che i moduli abitativi in cemento (le capsule) venissero sostituiti ogni 25 anni per prevenirne il deterioramento, a distanza di 50 anni però le capsule sono ancora le stesse e ormai ricoperte di ruggine sono diventate un pericolo per i passanti.

La presenza di amianto nella struttura e il prezzo troppo alto di un eventuale restauro hanno portato le autorità giapponesi a scartare quest’opzione e a procedere con una demolizione sicura, sebbene nel 1996 l’edificio fosse stato dichiarato patrimonio architettonico dalla DoCoMoMo (associazione no-profit per la conservazione di edifici moderni). 

Alcuni cittadini si sono però attivati per evitare che la traccia di questo unico esempio architettonico si perda nella storia. Così è nato il “Nakagin Capsule Tower Building Preservation and Regeneration Project”, un progetto che punta a salvare dalla distruzione le unità abitative meglio conservate per poi esportarle nei musei di tutto il mondo come testimonianza di un’epoca architettonica ormai giunta al termine.

Lapo Valenza 5A